Come prepararsi e cosa fare

Tutti i produttori di articoli, a far data dal 5 gennaio 2021, hanno l’obbligo di comunicare ad ECHA la presenza di sostanze SVHC negli articoli che immettono sul mercato.

Questo obbligo (comunemente chiamato “notifica SCIP”) riguarda moltissime imprese, tutte quelle che producono “oggetti”: dagli imballaggi ai serramenti, dalle stoffe ai pezzi meccanici, fino ai complementi d’arredo, agli attrezzi per lo sport e alle imbarcazioni. Insomma, nessuno escluso.

Per affrontare la notifica SCIP occorre fare un lavoro preliminare di verifica (documentale, tecnica ed eventualmente analitica) sulle materie prime che vengono utilizzate per la produzione degli articoli, siano esse a loro volta articoli più semplici (ovvero i pezzi che comporranno l’articolo venduto) o miscele (es. collanti, sigillanti, vernici, miscele tecniche), per identificare la presenza di sostanze SVHC nell’articolo finale immesso sul mercato.

Qualora siano presenti sostanze SVHC, occorre registrarsi al database europeo SCIP e comunicare:

  • informazioni che consentono di identificare l’articolo
  • il nome, l’intervallo di concentrazione e l’ubicazione della sostanza SVHC nell’articolo
  • altre informazioni sull’uso sicuro dell’articolo.

Come organizzarsi?

Per arrivare alla notifica SCIP senza intoppi dobbiamo organizzare bene il lavoro e tenere conto dei tempi necessari per poter lavorare su dati affidabili. Nell’esperienza di Toxicon, infatti, la raccolta dai fornitori di informazioni aggiornate sulle materie prime richiede alcuni mesi per essere completata; a seguire, è necessario un lasso di tempo (variabile a seconda della numerosità delle materie prime) per esaminare le informazioni ricevute e per chiedere – e ottenere! – precisazioni qualora necessarie (spesso necessarie, nella pratica).

Parallelamente, occorre incrociare il percorso delle materie prime con gli articoli finali prodotti: questa fase, apparentemente semplice, risulta in molti casi uno dei passaggi più delicati da affrontare. Vi è infatti uno scollamento nel flusso di informazioni tra la produzione e chi segue gli aspetti documentali in azienda: ricostruire – con l’ottica necessaria per ottemperare agli obblighi di legge anziché con la sensibilità di chi lavora in produzione – cosa viene utilizzato per produrre cosa non è banale.

Le informazioni da raccogliere e da incrociare sono sia qualitative (“cosa è presente nelle materie prime?” e ”cosa usiamo per produrre cosa?”) che quantitative (“in che concentrazioni sono presenti le sostanze SVHC nelle materie prime?”, ”quanto ‘pesa’ quella materia prima nell’articolo finito?” e ancora ”quanto incide quella concentrazione di sostanza SVHC nell’articolo finito?”).

Infine occorre organizzare l’attività di notifica, che richiede un’approfondita conoscenza degli articoli (propria dell’impresa) e della tossicologia (per fornire le informazioni sull’uso sicuro richieste dalla normativa, condizionate dalla tipologia di sostanza/e SVHC presente/i nell’articolo).

Qualche informazione in più

Lo staff di Toxicon è da subito a vostra disposizione per darvi più informazioni e rispondere alle vostre domande. Perché non approfittarne fin d’ora, dandoci un colpo di telefono?