L’incidente avvenuto a Seveso nel luglio del 1976 ha portato all’attenzione di tutti la necessità di discutere dei rischi per la sicurezza dell’ambiente e dell’uomo derivanti dall’utilizzo di sostanze chimiche pericolose nel normale ciclo produttivo di particolari impianti industriali.
È iniziato così il processo di regolamentazione che ha visto dapprima l’emanazione della Direttiva 82/501/CEE (nota come Seveso I), recepita in Italia con il D.P.R. 175/1988, che detta disposizioni finalizzate a prevenire incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e a limitarne le conseguenze per la salute umana e per l’ambiente.
Gli incidenti rilevanti che coinvolgono sostanze chimiche pericolose rappresentano una minaccia significativa per l’uomo e l’ambiente. Tali incidenti causano inoltre enormi perdite economiche e ostacolano la crescita sostenibile. Tuttavia l’uso di grandi quantità di sostanze chimiche pericolose è inevitabile in alcuni settori industriali che sono vitali per una moderna società industrializzata: per ridurre al minimo i rischi associati sono pertanto necessarie misure per prevenire incidenti rilevanti e garantire la preparazione e la risposta adeguate qualora tali incidenti dovessero comunque verificarsi.
Evoluzione della direttiva Seveso
La Direttiva 2012/18/UE attualmente in vigore, denominata “Seveso III” e recepita in Italia con il D. Lgs. 105/2015, è stata modificata per garantire alla popolazione maggiori diritti. Offre un migliore accesso alle informazioni sui rischi che potrebbero sussistere nelle vicinanze di impianti industriali e su come reagire in caso di incidente.
Che cosa è cambiato?
La legge ora riguarda circa 12.000 siti industriali in tutta l’UE, in cui vengono utilizzate o sono conservate sostanze chimiche o petrolchimiche o vengono raffinati metalli.
Ogni paese dell’UE deve garantire che vengano adottate misure per affrontare gli incidenti nei pressi degli impianti industriali che ospitano grandi quantità di prodotti pericolosi.
Le aziende che trattano queste sostanze in quantità superiori a determinate soglie devono:
- informare regolarmente le persone che potrebbero essere colpite da un incidente;
- elaborare delle relazioni sulla sicurezza;
- applicare un sistema di gestione della sicurezza;
- adottare un piano di emergenza interno.
La nuova legge inoltre:
- rende più rigorose le procedure per la consultazione pubblica in merito ai progetti, ai piani e ai programmi che coinvolgono gli impianti interessati dalla normativa;
- introduce modifiche alle leggi sulla pianificazione territoriale volte a garantire che gli impianti nuovi siano ubicati a distanza di sicurezza rispetto a quelli esistenti;
- consente alle persone di adire in giudizio se ritengono di non essere state adeguatamente informate o coinvolte;
- introduce norme di controllo più rigorose per i vari impianti, al fine di garantire l’applicazione efficace delle norme di sicurezza.
Perché l’aggiornamento?
La normativa più recente tiene conto di alcune modifiche tecniche a livello europeo e internazionale nella classificazione delle sostanze chimiche.
Dato l’elevatissimo tasso di industrializzazione nell’UE, la Direttiva Seveso ha contribuito a raggiungere una minore frequenza di incidenti rilevanti. La Direttiva è generalmente considerata come punto di riferimento per le politiche sugli incidenti industriali e si è posta come modello normativo in molti paesi in tutto il mondo.